Gli apparecchi radiologici Cone Beam emettono fasci di raggi X che hanno la forma conica anziché a ventaglio come gli apparecchi usati per la tomografia computerizzata convenzionale (CT o MSCT).
Il fascio conico attraversa il paziente e colpisce un pannello intensificatore di immagine (CCD); il diametro del cono varia da pochi centimetri a 30 centimetri circa e con un solo passaggio intorno alla testa del paziente cattura qualche centinaio di immagini base. Queste immagini vengono elaborate dal computer e trasformate in un volume (TC volumetrica) il cui elemento base è il voxel (pixel 3D). Più piccolo è il voxel più è definita l’immagine Cone Beam. Da questo volume possono poi essere estratte tutte le immagini che vogliamo con l’orientamento più idoneo, senza distorsioni; il voxel infatti è isotropico, cioè la larghezza, la profondità e l’altezza sono uguali.
Al di là degli aspetti puramente tecnici, di non facile comprensione per chi non è uno specialista, cercherò con un semplice esempio di dare un’idea di che cos’è un’ immagine volumetrica Cone Beam e della sua utilità e potenzialità diagnostica.
Un’ immagine può essere piatta, con 2D (due dimensioni: larghezza - altezza) oppure tridimensionale con 3D (tre dimensioni: larghezza - altezza - profondità). Continua nellibro: Atlante del Cone Beam - Immagini Volumetriche 3D. ISBN 978-88-905818-1-6